I 30 anni di regime di Lukašenko sono stati caratterizzati da una deriva autoritaria sempre più brutale e capillare. Ciononostante, numerosi cittadini hanno dimostrato negli ultimi anni di volersi impegnare in prima persona per un cambiamento, pagando con il carcere. Mentre gli affaristi dell’entourage di bats’ka ci sguazzano, come porci nel porcile, Italia compresa.
Nel rapporto dello scorso giugno sui diritti umani diffuso dal centro bielorusso indipendente Viasna si parla di violazioni diffuse e sistematiche del diritto, di persecuzione penale e amministrativa degli oppositori politici e dei dissidenti. Gli attivisti denunciano trattamenti crudeli, disumani e degradanti da parte delle forze dell’ordine, che hanno mano libera nel nutrire l’atmosfera generale di paura e impotenza percepita dalla società civile. Sono limitate la libertà di riunione, di associazione, di opinione e di espressione.
Un vero paradiso per molti italioti.