Un ex lager-miniera dell’Estremo Oriente russo verrà trasformato in un complesso museale aperto a visitatori e studiosi. Un tentativo «ufficiale» per recuperare la conoscenza delle persecuzioni nella regione della Kolyma e creare «un’infrastruttura unificata della memoria». Visibile solo a pochi ardimentosi.
«Arrivando da Magadan lungo la Strada delle ossa, il bivio più vicino per l’ex-campo di lavoro di Dneprovskij è a poco più di 265 km, in quattro ore con un fuoristrada ce la si fa. Poi ci sono 20 km di palude e vegetazione per un’ora abbondante di percorso accidentato». La Strada delle ossa è quella che attraversa la regione della Kolyma, nell’Estremo Oriente russo, costruita dagli zek, i detenuti del GULag.
Non sono poche le agenzie viaggio che propongono pacchetti in Jakuzia e nella regione di Magadan: spedizioni avventurose nella natura selvaggia, che offrono anche tappe di «turismo concentrazionario» presso quel che resta dei lager d’epoca sovietica, disseminati in quest’area per lo sfruttamento delle abbondanti risorse minerarie.